Caccia alla Chimera – CAPITOLO 10

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L’atmosfera era satura di pulviscolo grigio, mentre i raggi della luce giallo-arancio di un pallido sole calante filtravano indiscreti fra le ricche fronde delle felci, disegnando nell’aria infiniti nastri paralleli che degradavano colori e forme dell’intero paesaggio in scale cromatiche crescenti.
Il silenzio era costantemente rotto da un’alternanza di suoni sommessi, simili a bisbigli, e da spaventose urla ferine, orrendi rauchi barriti che stracciavano l’aria come artigli infernali arpeggianti sull’immenso pentagramma delle frequenze sonore.


Nascosto sotto il fogliame di una cicadacea nana, Walter riusciva a vedere un’ampia zona circostante, e in particolare una piccola radura dove un cucciolo di stegosauro stava masticando voracemente la fresca vegetazione ai piedi di una conifera.
Si rendeva perfettamente conto di stare in un sogno, ma le sue percezioni sensoriali erano tanto forti da coinvolgerlo totalmente; si sentiva comunque presente, nonostante la sua onirica essenza non fosse in alcun modo opinabile, ed era proprio quella presa di coscienza a concedergli una estrema serenità d’animo nonostante lo scenario fosse tanto pericoloso e selvaggio.
Il piccolo di stegosauro tirava di continuo piccoli rami dalla parte bassa della conifera e porzioni intere del cespuglio di felci, che sotto quella gragnola di strappi si stava lentamente estinguendo.
D’improvviso sbucò alla sua destra una figura umana nuda, uscì dal groviglio della vegetazione molto lentamente e con movenze circospette iniziò ad avvicinarsi al cucciolo di dinosauro.

La sua postura, flessa in avanti, ricordava a Walter quella di un gatto in agguato su due zampe, pronto allo slancio finale sulla preda.
Dapprima non riusciva a mettere a fuoco i connotati del volto, tuttavia man mano che la silhouette si avvicinava all’ignaro stegosauro, si rendeva conto di una straordinaria somiglianza, c’era qualcosa di estremamente familiare.
Improvvisamente un brivido gli corse lungo la schiena ed ebbe la sgradevolissima sorpresa di vedere se stesso sui lineamenti di quell’uomo.
Comprese subito che non era una sensazione, era proprio un suo clone che stava attaccando un sauro vegetariano, ma la straordinaria apparizione non finiva lì.
Giunto in prossimità della sua preda, a circa sei/sette metri da essa, il suo sosia nudo iniziò ad alzare le braccia verso l’alto, entrambe piegate a 90° all’altezza dei gomiti con le mani girate in avanti; il movimento cessò quando le mani si allinearono alle spalle parallelamente al terreno.
La posizione ricordava un po’ quella di un canguro, ma proprio mentre Walter faceva questa riflessione una enorme coda iniziò a fuoriuscire serpeggiando dal fondo schiena di quella orrenda creatura.
Contemporaneamente la fronte, il naso e l’intera mascella si allungarono in avanti, una doppia linea di aguzzi denti cominciò ad evidenziarsi all’interno delle fauci di quell’essere in trasformazione.
Le cosce si ingrossarono mostruosamente così come tutto il resto della muscolatura; sulla parte anteriore delle mani, ma soprattutto dei piedi, si allungarono con velocità sorprendente enormi artigli verdi.
La figura restò in posizione eretta senza modificare la propria altezza, ma quell’improvvisa metamorfosi del corpo aveva fatto apparire sulla scena il terrorizzante fisico di un velociraptor.


La belva balzò sul piccolo stegosauro che, colto di sorpresa più ancora di quanto lo era stato Walter, era caduto di fianco e si difendeva ingenuamente alzando verso l’alto le zampe non a contatto del terreno, scoprendo così l’intero addome privo di qualunque protezione.
Il predatore colpì la sua vittima alla gola con gli artigli delle zampe posteriori, e nell’istante successivo proprio all’addome, profittando dell’ulteriore scopertura del ventre del cucciolo, causata dalla sua rotazione verso l’alto, sull’asse del dorso, per la reazione al primo colpo subito.
Dalle ferite inferte il sangue iniziò a fuoriuscire a zampilli di varie altezze e intensità, lo stegosauro aveva avuto la fortuna di morire all’istante perché colpito alla carotide, altri suoi simili, che subivano il colpo iniziale alla trachea, avevano invece una lunga agonia.
Mentre il frutto di quella modificazione genetica si ergeva sul cadavere della sua vittima,  urlando al cielo la sua vittoria con orrendi ruggiti atoni e prolungati, un nuovo suono si inserì nella truculenta scena primordiale. Era una sorta di vibrazione acustica che sembrava concludere ogni barrito del velociraptor con uno sordo strascico metallico:
UUAAARRH.!!..RIINN!!…UUUAARRRHHH!!..RIINNN!!

Sulle prime Walter non riusci a capire cosa potesse generare nella gola del predatore quello strano borboglio, dal cespuglio dove aveva trovato rifugio formulò subito alcune ipotesi:
* il sangue della vittima, rimasto nell’esofago dell’assassino dopo il primo morso, iniziava a gorgogliare;
* l’apparato respiratorio del cacciatore vibrava in seguito alla tensione nervosa accumulata nell’atto finale dell’assalto.
* Lo stegosauro non era morto sul colpo e rantolando era entrato in sintonia con le urla di vittoria del suo carnefice.
Comprese però ben presto che non era nulla di tutto questo quando il suo cellulare iniziò ad illuminarsi ad intervalli regolari; ebbe conferma del suo errore quando sul display apparve il nome di Cinzia.

A quel punto, dopo una rapida osservazione a 360 gradi della stanza d’albergo dove era alloggiato, e un leggero sollevamento dal materasso sul quale stava dormendo, rispose alla chiamata della sua donna, interrompendo così, con un certo sollievo, quell’incubo preistorico che l’aveva occupato per tutta la notte
– Buon giorno amore mio! Passata bene la notte?
– Una schifezza!
– Perché cos’è successo? – Cinzia sembrò sinceramente preoccupata e Walter si premurò di rasserenarla immediatamente.
– Niente di che. Ieri ho parlato con Fredik Larsen, uno dei medici dell’equipe di Magnusson. Mi ha rivelato che lo zoologo Ferdinando Mussi aveva ipotizzato che l’animale componente della chimera potesse essere un sauro preistorico…un velociraptor in particolare. Mi sono tanto impressionato che ho sognato per tutta la notte scontri all’ultimo sangue fra simpatici e delicati esserini del Giurassico.
Cinzia sorrise visibilmente confortata dal fatto che non si era trattato di un malore fisico né di una disavventura personale. Subito dopo però mise a fuoco la notizia che aveva ricevuto.
– Ma come poteva tenere sotto controllo una fusione del genere? Un animale estinto da migliaia di secoli e così diverso dall’essere umano, quale valore aggiunto avrebbe potuto dare alla chimera?
– Appunto. Anche io mi sono chiesto le stesse cose. Conto di andare a trovare Mussi che abita a Firenze, parto proprio oggi pomeriggio…vediamo cosa mi racconta in proposito. Tu però non dire ancora nulla nel programma, ho paura che l’opinione pubblica possa terrorizzarsi all’idea che vi sono buone probabilità che un mostro mezzo uomo e mezzo dinosauro sia in giro da qualche parte del mondo. Approfondiamo prima l’argomento con altre testimonianze e poi vediamo.
– Sì, certo sono perfettamente d’accordo. Anche perché le condizioni in cui è stato ritrovato il cadavere di Magnusson lasciano credere che si tratti proprio di una bestia preistorica.
– Infatti. Le enormi tracce di artigli o di denti riscontrate sull’addome di Magnusson mi hanno subito fatto pensare ad un possibile attacco della chimera contro suo padre, dopo l’ufficializzazione mondiale del risultato di quell’esperimento di trent’anni fa.
Forse fino ad oggi Richard non sapeva nulla sulla sua vera natura, e quando ha scoperto di essere frutto di una simile porcheria genetica si è vendicato sul suo genitore sfruttando proprio la sua componente animalesca. Comunque sono solo illazioni, devo andare più a fondo.
– Ok! Io da parte mia devo darti una notizia che forse non ti farà piacere.
– Piove sul bagnato…va bene…dai spara!
– No, gioia mia! Non voglio di certo farti del male, è solo una novità dell’ultima ora che circola nei corridoi di YouGlobe. Sembra che Franco Sereni, il lettore del TG black, voglia impossessarsi dei servizi sul caso “chimera” perché riguardano casi di cronaca nera e quindi ricadono nelle sue competenze.
– E Rossetti che è il direttore della testata TG white cosa ne pensa?
– Sembrerebbe costretto ad ammettere l’oggettiva competenza settoriale del TG black, Rossetti prende tempo perché vuole parlarne con te al tuo rientro, ma credo proprio che abbia le spalle al muro.
– Franco Sereni dovrà mangiarsi un altro po’ il fegato prima di impossessarsi del nostro programma.
– Ma tu mi manchi tantissimo! Quanto dovrò aspettarti ancora?
– Stai tranquilla amore. Massimo altri due o tre giorni; fine settimana torno a casa, te lo prometto.

Walter riprese a dormire rasserenato dalla telefonata di Cinzia che, per quanto breve e portatrice della notizia sulla nuova presa di posizione di Sereni, lo aveva comunque ritemprato nello spirito dopo quell’orrendo sogno primordiale.
Walter dormì un sonno senza sogni, era ignaro di quanto nel frattempo stava avvenendo nella sede di YouGlobe.

La testata giornalistica del TG black aveva organizzato una conferenza stampa alla quale si presentò puntualissimo il solo Franco Sereni.
Circondato da decine di telecamere e microfoni a giraffa, il lettore più cinico del mondo, così era soprannominato Sereni, parlava a braccio stando in piedi in sala stampa.


– Ho dovuto accettare sino ad oggi tutti i record di ascolto registrati da Mastrelli, Pastrone e compagni, perché la testata TG white ha avuto un’ottima idea editoriale che è riuscita a sfruttare nel miglior modo possibile.
Ma ora non è concepibile lasciare in mano a loro questo giocattolo mediatico.
Le regole parlano chiaro e vanno rispettate.
La testata white non può occuparsi di approfondimenti di notizie che riguardano vittime umane, ed in particolare omicidi per i quali siano ancora in corso indagini giudiziarie.


A quel punto Sereni sollevò alcuni fogli di carta che aveva portato con sé mostrandoli alle telecamere.
– Eccolo qua! Quello che ho citato è la parte finale dell’articolo 3 dell’accordo interno sottoscritto dalle testate giornalistiche di YouGlobe, secondo i criteri stabiliti per tutte le televisioni del mondo dal codice Roosby ; è scritto nero su bianco, e non è una metafora sui due colori dei nostri TG.
Qualcuno rise.
– Quello che vale per Mastrelli vale per me e viceversa.
Un giornalista dal fondo della sala lanciò una provocazione.
– Quindi lei vorrebbe impossessarsi della gallina dalle uova d’oro che ha portato indici di ascolto stratosferici alla testata rivale del suo TG black.
Sereni rispose indispettito.
– Intanto il Tg black non è mio, io ne sono solo un lettore e, in questo caso, anche il portavoce, ma voglio essere sincero: se il programma fosse risultato un flop non avrei avuto alcun interesse a chiederne l’attribuzione, ma considerando che è avvenuto il contrario, mantenere così le cose significherebbe scartare un jolly in una partita di burraco, favorendo così in modo eccessivo l’avversario.
Per carità, io rispetto e stimo Mastrelli, ma in fatto di audience siamo avversari a tutti gli effetti, anche se all’interno dello stesso gruppo televisivo.
Mi sto limitando ad utilizzare le regole e le normative che, una volta accettate, non possono essere contestate in corso d’opera…proprio come quando si gioca a carte.

La conferenza stampa si chiuse con l’ufficializzazione della richiesta, da parte di Franco Sereni e della Testata TG black, di conferimento del programma televisivo “Il mistero della Chimera”…la piccola creatura giornalistica di Mastrelli, appena nata.

Sergio Figuccia

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