XX secolo: l’era di Babilonia

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Non posso di certo essere considerato “millenarista” se dico che quest’inizio del terzo millennio può essere paragonato al periodo biblico di “Babilonia“.

Tutto risulta controverso e ambiguo. Ogni concetto, ogni dichiarata verità, ogni argomentazione che appare acclarata entra subito in contraddizione con l’effettivo modo di agire della nostra folle società.

E di esempi se ne possono fare tanti: avete notato come ultimamente si parla tanto di inquinamento da polveri sottili nelle metropoli di tutto il pianeta? Come il fenomeno sia stato oggetto di decine di forum internazionali per l’ambiente? Avete rilevato che gran parte della colpa di questo ammorbamento dell’aria viene quasi sempre attribuito agli scarichi delle auto?

Ebbene, in una società evoluta e intelligente si sarebbe subito pensato a un cambio sostanziale nella produzione degli autoveicoli, riqualificando interamente le fabbricazioni di vetture a benzina e gasolio in veicoli ad alimentazione elettrica. Invece NO, si bloccano le auto nei circuiti cittadini per diminuire l’inquinamento ma si continuano a sputare fuori dalle fabbriche auto sempre più veloci ed elettronicizzate con propulsione di natura petrolifera. E non solo! Ogni santo giorno il 40% della pubblicità televisiva è dedicata a costosissime vetture, destinate ovviamente solo a ricchi “paperoni” e non di certo alla massa popolare, tutte con alimentazione a benzina  e gasolio, mentre la vendita delle auto ibride o elettriche è ridotta al minimo perché troppo onerosa per la maggior parte degli acquirenti.

Ci si chiede: perché fare tanta pubblicità a vetture altamente inquinanti, troppo veloci per i limiti imposti alla circolazione dalla vigente legge stradale, e troppo costose per tutti coloro cui sono rivolti gli spot televisivi?

Un’assurdità, questa, legata essenzialmente all’attenzione planetaria sul “non-danneggiamento” delle nazioni produttrici di petrolio (USA e Paesi Arabi in testa) e sulla promozione di prodotti automobilistici tradizionali delle solite aziende “storicizzate”.

La luna di Babele – olio su tela di Sergio Figuccia – 2009
La luna di Babele – olio su tela di Sergio Figuccia – 2009

Ma di analoghe controverse follie se ne possono contare a centinaia, non dimentichiamoci, per esempio, della corsa alla digitalizzazione totale per diminuire al massimo la produzione di carta ai fini naturalistici, ambientali e di smaltimento dei rifiuti, e il contestuale obbligo imposto alle banche, per apposita legge nazionale sulla trasparenza, di comunicare mensilmente ai clienti anche la più piccola variazione avvenuta sui loro conti, per quanto da loro stessi definita on line o tramite bankomat (bonifici, versamenti, prelievi, pagamenti utenze ecc.). E qui giù tonnellate di carta inutile ed estratti conto che non si sa più dove conservare.

Quando ricevete decine di buste superflue dalla vostra agenzia bancaria, quando la vostra cassetta postale viene saturata da insulsi volantini pubblicitari, che non sono regolarizzati da alcuna legge sulla loro distribuzione e che dalla tipografia finiscono dritti dritti per strada o (quando va bene) nel cassonetto dell’immondizia, pensate all’ambiente, alle deforestazioni, alla produzione di carta che non accenna minimamente a diminuire, a quante inutili riunioni internazionali sull’ecosistema si fanno periodicamente, a tutto quell’entusiasmo delle istituzioni pubbliche e private per la digitalizzazione … pensate insomma a quanto il mondo si sia ormai trasformato in una immensa Torre di Babele.

In tutto questo perché non ricordare i politici che si professano democratici e poi tentano di deridere le rivendicazioni popolari etichettandole come “populismo” (ma solo con l’intento di schernire); non si rendono conto che facendo così si presentano agli elettori arrogandosi l’esclusivo potere di dominio totale sul popolo e quello di decidere autonomamente le sorti della gente? Offendendo i populisti vantano solo per loro la capacità di fare le scelte giuste, perché nessun altro nel Popolo è tanto bravo da comprendere il “da farsi”; in pratica questa casta di politici (che si sono auto-eletti) sarebbe l’unica in grado di produrre idee (e leggi) valide … la “plebe” non è capace di pensare e rivendicare propri diritti … in quanto appunto “populista” (“pussa via!” – direbbe il celebre personaggio interpretato da Alberto Sordi).

Ma anche le nostre azioni quotidiane sono da “Torre di Babele”:

  • Per fare una foto utilizziamo il telefono;
  • per avere una card per i nostri pagamenti ci rivolgiamo alla Posta;
  • per comprare qualcosa entriamo nel computer (internet);
  • per parlare con qualcuno utilizziamo un’app virtuale;
  • per leggere il giornale entriamo in rete;
  • per comprare una casa andiamo in Banca;
  • per proteggerci dai ladri e rapinatori usiamo una telecamera, mentre la pistola possiamo utilizzarla solo di notte;

Insomma l’era di Babilonia è tornata, vogliamo costruire la torre (il progresso) ma parliamo lingue diverse e non ci comprendiamo fra di noi, abbiamo tantissime idee ma agiamo costantemente in controtendenza con quello che pensiamo. Speriamo solo, in un prossimo futuro, di poter aggiungere un po’ di coerenza al cemento destinato alle nostre costruzioni, è una componente necessaria per non far crollare tutto in un solo giorno, proprio come avvenne per la celebre torre nella profezia biblica di Geremia.

Sergio Figuccia

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