Chi sbaglia è pagato, e pure bene

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Una volta, tanto tempo fa, si diceva: CHI SBAGLIA PAGA.

Oggi non è più così, anzi vale esattamente l’opposto: certi amministratoriceo, manager (nel tempo hanno nascosto il loro reale cambiamento di ruolo dietro stupide sostituzioni di nomenclature) sono “profumatamente” pagati proprio per “sbagliare” e condurre al tracollo o alla lenta sparizione le stesse aziende da loro amministrate, magari per farle fagocitare da altre società o per farne divorare i relativi capitali e beni dalle lobby occulte che governano i mercati e le economie nazionali e internazionali.

Seguono a ruota incredibili tfr da nababbi che probabilmente vengono pure spartiti sottobanco fra i beneficiari ufficiali e il sistema di potere che li ha piazzati su quelle poltrone.
Solo così si possono spiegare le gravi crisi e i fallimenti di decine di banche in Italia negli ultimi anni (Etruria, MpS, Carige, Marche, Carichieti, Cassa Risparmio Ferrara, Veneto, Bpop Vicenza, Bpop Bari, Base Catania ecc. ecc.).

Una volta, tanto tempo fa, una banca non avrebbe permesso ad alcuno di rubargli i clienti, oggi dei propri clienti le banche se ne fregano altamente: chiudono gli sportelli e i bancomat, dichiarano esuberi di personale, terrorizzano la clientela che fugge perfino alle Poste, considerate una volta (ma tanto tempo fa) un carrozzone sfasciato … ecco il nuovo “miracolo” italiano!

Si sorride AMARO quando si pensa che le banche UFFICIALMENTE sono state privatizzate per farle funzionare meglio; si diceva allora, tanto tempo fa, che i privati erano molto più bravi dello Stato ad amministrare gli istituti di credito, e oggi si è visto quanto.

Oggi abbiamo preso coscienza che la scriteriata privatizzazione delle banche serviva solo a rapinare lo Stato privandolo della propria sovranità economica. Era un disegno macchiavellico finalizzato a gettare via gli istituti una volta spremuti a dovere e ridotti all’osso, magari per nazionarli nuovamente per farli sopravvivere o per delocalizzarne l’intera amministrazione in altra nazione STRANIERA (in guerra non c’è migliore vittoria di quella che riduce a un pugno di mosche la forza economica di uno stato, e noi siamo in guerra soprattutto proprio con le nazioni che chiamiamo “comunitarie”).

Sergio Figuccia

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