Mia recensione del libro “Inferno” di Dan Brown

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Come in tutti i libri di Dan Brown la trama è coinvolgente e, capitolo dopo capitolo, sprigiona nel lettore una curiosità crescente che lo vincola a snocciolare la storia nel più breve tempo possibile. Stavolta però, rispetto ai suoi precedenti lavori, Dan Brown si sofferma un po’ troppo nelle descrizioni di luoghi, scenari e opere d’arte, sia che essi vengano coinvolti direttamente nel racconto, sia che ne costituiscano solo i contorni.

In certe circostanze, e specialmente quando i protagonisti si muovono a Firenze, Venezia e Istanbul, sembra di leggere più una guida turistica che non un thriller, e spesso ci si perde nei lunghissimi saggi culturali sulla Divina Commedia, sulle opere pittoriche rinascimentali o sulla storia di basiliche e monumenti nazionali.
Le necessità, io direi più le pretese, degli editori rischiano spesso di annacquare i lavori letterari solo per aumentare il numero delle pagine, il tutto a scapito della scorrevolezza dei romanzi e della soddisfazione degli autori, spesso costretti a diluire il “colore” dei fatti con il fittizio solvente culturale.
Non sono tuttavia certo che Dan Brown sia stato “costretto” dal suo editore ad allungare il “brodo”, potrebbe dunque essere stata una sua libera scelta, quindi bisogna giudicare il libro per quello che è, ritenendolo “originale” in ogni sua parte, senza interventi esterni che ne possano aver alterato i contenuti a fini commerciali.
Resta un ottimo impianto letterario, una brillante idea di sfondo (l’ingegneria genetica) e un grande amore dello scrittore per l’arte, la storia e la cultura europea, italiana in particolare, che Dan Brown “saccheggia” a piene mani per costruire le sue storie, ha infatti fatto così anche per “Angeli e Demoni” e soprattutto per “Il Codice da Vinci”.
Mi ha colpito particolarmente però una coincidenza che continua a ripetersi negli ultimi anni: Dopo aver pubblicato, oltre quattro anni fa, i miei due romanzi noir “La fecondazione degli aquiloni” e “Caccia alla Chimera”, mi sono ritrovato a leggere ben quattro bellissime opere, “Inferno” compreso, che si “muovono” attorno alla stessa tematica. Evidentemente la manipolazione genetica umana è entrata di prepotenza nell’immaginario di molti scrittori e in varie parti del mondo. Le recenti sperimentazioni sulle cellule staminali e la convinzione della biogenetica di poter trovare in esse la soluzione per poter guarire molte malattie, ha evidentemente ispirato la fantasia di molti autori e, chissà (non si hanno notizie ufficiali al riguardo) anche quella di qualche scienziato che può aver fatto della ricerca estrema in questo settore la sua principale attività…. ma, in questo caso passiamo in ambito di “fantascienza”.

Sergio Figuccia

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