Zombi fantozziani

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Chi mi conosce sa bene quanto basso sia il mio livello di sopportazione di soprusi, storture, assurdità e ingiustizie che purtroppo ci piovono continuamente sulla testa da tutte le parti, soprattutto dalle istituzioni.
Da decine di anni mi impegno con ogni mezzo, e senza guadagnarci un centesimo, per mettere in risalto tutto quello di cui vengo a sapere in merito a questo genere di problematiche sociali utilizzando il web, i contatti personali, i giornali che pubblicano miei articoli, il mio blog personale, i miei stessi romanzi disseminati di episodi emblematici ecc. ecc.
Segnalo, propongo all’attenzione degli amici, denuncio, il maggior numero (ma si tratta ovviamente solo di una piccolissima parte) di porcherie che giornalmente subiamo da chi intende tenerci sotto scacco per speculare sulle nostre risorse e sulle nostre stesse vite.

So benissimo, ma non me ne può fregare di meno, che gran parte della gente che mi sta attorno, o per lavoro o per pura conoscenza personale, mi ritiene un pazzo esaltato o, peggio, uno stupido illuso che lotta contro i mulini a vento; qualche altro invece, quasi a voler trovare a tutti i costi una motivazione che “giustifichi” questa mia attitudine, sostiene che si tratta di “una valvola di sfogo”, minimizzando, e non so fino a che punto senza intenzioni di scherno, un mio impegno in ambito di rapporti sociali, che personalmente ritengo invece utile e costruttivo.
Mi sono sempre impegnato, e continuerò a farlo con un piccolo gruppetto di amici che condividono questa mia “passione”, per diffondere una informazione alternativa a quella “di Stato” e a quella filo-globalizzante che, notoriamente false ed edulcorate, vorrebbero tutti i popoli del mondo “fermi” a bocca aperta ad assistere, in totale sottomissione, a quanto viene continuamente perpetrato dal sistema (lobby, multinazionali, intelligence, super-banche, famiglie più ricche del mondo, comunità monetarie, massoneria, ecc. ecc.).
Talvolta, ma fortunatamente la stragrande maggioranza ha capito, qualcuno mi ha pure accusato di “non agire” senza tenere conto in alcun modo del ruolo svolto da me e dal mio gruppo, e da tutti i mezzi di comunicazione alternativi di protesta popolare (blog, social network, siti internet, certi programmi televisivi, ecc.), che svolgono gli stessi compiti divulgativi e che non possono certamente avere il doppio incarico di “pubblica denuncia” e “resistenza operativa” sul campo. A noi l’incarico di far crescere, informare, e riscattare la coscienza popolare, mentre alle associazioni, agli avvocati e ai politici di “rottura” va il ruolo di rendere esecutiva la reazione sociale della gente comune.

Qualche giorno fa sono rimasto impressionato da un post sulla pagina Facebook di un sito di contro-politica. C’era scritto: “Il silenzio non significa sempre “sì”, a volte significa “sono stanco di spiegare a persone a cui non importa nemmeno di capire”.

Ho dedotto che apatia, sudditanza e sottomissione sono purtroppo fenomeni che si vanno estendendo sempre più proprio nei paesi universalmente considerati più civilizzati. È la totale assenza di reattività di tante persone che ormai si sono adeguate al ruolo di “schiavi del terzo millennio“, senza alcuna capacità intellettiva che possa permettere di risollevare le loro teste dalla melma appiccicaticcia che le avvolge.

Nessun dolore… forse, ma anche nessun pensiero, nessuna anima, nessuna coscienza. Mi sembra più adatta agli animali domestici la totale mancanza di opinioni personali, di un “pensiero” autonomo che possa comandare le nostre azioni.
Questo “blob non-pensante” guarda me, e quelli come me, con distacco, irride ottusamente dinanzi la nostra rabbia, ci “giudica” (pur non avendo alcuna capacità di giudizio) ritenendoci pazzi esaltati e visionari, ma gli zombi sono e resteranno per sempre zombi, totalmente privi di anima e di coscienza.
La loro rassegnazione è l’arma vincente di chi ci vuole comandare, il potere concesso ciecamente e senza deroghe, solo per incapacità di valutazione, costituisce la fine inesorabile della nostra libertà.

Un esempio di tutto questo? Un post, un banalissimo post di denuncia contro l’attività di certe banche private intitolato “un altro modo di fare banca”, scritto a “otto mani” sul blog di protesta dove collaboro da anni, insieme all’amministratore e ad altri ben informati analisti. Ebbene ho condiviso l’articolo su questa mia pagina di Facebook dove l’80% di follower (o “amici” che dir si voglia) sono proprio “bancari” in attività o in pensione…. ebbene? Contrariamente a tanti altri post precedenti e successivi che hanno riscontrato grande interesse da parte della “comunità”, questo è passato “silenziosamente” nell’anonimato, pur essendo stato letto da moltissimi (le statistiche interne di Facebook parlano chiaro), non è stato commentato o discusso da nessuno, solo una collega più coraggiosa e intellettualmente libera (alla quale faccio i miei complimenti sinceri) ha voluto condividere l’articolo sul suo diario di Facebook.
Certo non ci voleva tanto coraggio a prendere in considerazione una tematica già nota ai più e della quale hanno già abbondantemente parlato personaggi come la Gabanelli, Grillo, Santoro, i programmi televisivi “Le Iene”, “Ballarò”, “La Gabbia” ecc.ecc., sta di fatto che i “bancari”, diretti interessati all’argomento, si sono fantozzianamente defilati in silenzio, hanno letto ma hanno fatto finta di non averlo fatto, hanno inghiottito un rospo che da una decina d’anni gracidava nella loro gola senza neanche prendere un granello di bicarbonato, proprio come il personaggio di Paolo Villaggio che si inchina, si genuflette, si piega dinanzi il megadirettor, farabutt, granfigldiputt, primolestofant, dottorprofessor caio sempronio.
Che tristezza ragazzi! (si fa per dire, siete tutti ultra cinquantenni e l’abi vi vuole pure rottamare).

Sergio Figuccia

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